Mae Holland è figlia unica in una
famiglia di condizioni economiche modeste. Suo padre è affetto da
sclerosi multipla e non può permettersi le cure costose che gli
sarebbero necessarie. Mae lavora presso un call center ed è rassegnata a
un'odissea di precarietà e invisibilità sociale. A sorpresa, la sua
amica Annie riesce invece ad assicurarle un colloquio con l'azienda
futuribile per la quale lavora, The Circle, che assume cento nuovi
dipendenti alla volta. E Mae supera il colloquio, entrando in un
universo parallelo che supera ogni sua immaginazione: un campus popolato
da migliaia di giovani che lavorano insieme e frequentano le attività
ludiche e sportive incessantemente organizzate dai due direttori
dell'azienda, Eamon Bailey e Patton Oswald.
The Circle è un mix di alta
tecnologia e social media, una sorta di Google + Facebook + Amazon +
Apple, e viene raffigurato da Dave Eggers, autore del romanzo alla base
del film di cui è anche sceneggiatore, e dal regista James Ponsoldt come
una società al limite del distopico, perché richiede ai suoi dipendenti
una "trasparenza" che è accesso indiscriminato ad ogni dettaglio della
loro vita personale.
Al centro della trama c'è il
limite fra la possibilità di intervenire in positivo su ogni aspetto
della propria quotidianità grazie alle nuove tecnologie e il rischio di
vedersi così privati di ogni privacy. The Circle sfiora temi di
grande attualità, come le incognite della democrazia diretta, la
persistenza di una stanza dei bottoni al di sopra di ogni ideale di
condivisione totale e la possibilità (o la certezza?) che qualcuno
utilizzi tutte le informazioni fornite, per lo più su base volontaria,
dagli utenti per scopi non esattamente "trasparenti". Il problema è
nella superficialità con cui questa confezione hollywoodiana tocca
questi temi in maniera tangenziale invece che affondare il coltello,
mantenendosi in equilibrio sul crinale di un'ipocrisia di fondo:
avvertire dei pericoli delle alte tecnologie senza però demonizzarle,
denunciare le falle della democrazia senza ipotizzare soluzioni
alternative. In pratica, assetando un colpo al cerchio (vedi il titolo) e
uno alla botte.Paola Casella
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