L'attacco alla base americana di
Pearl Harbor apre un nuovo fronte delle ostilità in Giappone. Desmond
Doss, cresciuto sulle montagne della Virginia e in una famiglia vessata
da un padre alcolizzato, decide di arruolarsi e di servire il suo Paese.
Ma Desmond non è come gli altri. Cristiano avventista e obiettore di
coscienza, il ragazzo rifiuta di impugnare il fucile e uccidere un uomo.
Fosse anche nemico. In un mondo dilaniato dalla guerra, Desmond ha
deciso di rimettere assieme i pezzi. Arruolato come soccorritore medico e
spedito sull'isola di Okinawa combatterà contro l'esercito nipponico,
contro il pregiudizio dei compagni e contro i fantasmi di dentro che
urlano più forte nel clangore della battaglia.
Da William Wallace a Desmond
Doss, passando per il figlio di Dio e un cacciatore Maya, il
protagonista del cinema di Mel Gibson è sempre lo stesso: il guerriero.
Guerriero che attraverso un percorso iniziatico realizza la propria
identità e impara a dominare gli eventi.
Desmond Doss, soldato senza
fucile armato di fede, costruisce l'archetipo attraverso la conoscenza e
l'abbattimento della 'bestialità', superando prove qualificanti che non
prevedono mai l'esercizio della violenza e l'efferatezza del gesto
omicida. Se Hacksaw Ridge è un film bellico che rievoca la
battaglia di Okinawa, gli assalti e i ripiegamenti dell'esercito
americano su e giù da una scogliera strategica e contro l'inespugnabile
sbarramento nipponico, il suo eroe fuori norma è un obiettore di
coscienza che crede in Dio e realizza la fusione tra destino
individuale, missione storica e rispetto della legge divina.
Dentro uno spettacolo di fattura
classica, che progredisce in maniera lineare e riproduce lo choc
frontale di due eserciti irriducibili, emerge il soldato soccorritore di Andrew Garfield. Senza avere il phisique du rôle dell'uomo d'armi, l'attore americano è la silhouette
di una narrazione esemplare che magnifica il genere bellico, prosegue
l'analisi e aggiorna lo 'stato di salute' di un uomo che con la Bibbia
sul comodino, il favore di Dio e l'intercessione dello Spirito Santo si è
fatto attore, poi divo, poi autore, poi angelo e poi demone, implodendo
come la civiltà Maya messa in scena in Apocalypto.
Dieci anni dopo l'ultima regia e cinque anni dopo un'amputazione scenica (Mr. Beaver), che conferma il fondamentalismo dell'attore e la sua rigida applicazione della Bibbia, dopo calvari personali e giorni di giudizio, Mel Gibson affonda mani, cuore e coscienza nella memoria storica e nell'immaginario mitologico. Su un concentrato di orrore ed eroismo innalza un heroic warrior, fornito di bende e morfina e più idoneo al ragionamento che al confronto fisico. Desmond Doss cuce i brandelli dei commilitoni strappati senza sosta alla furia nipponica, ricomponendo con la carne l'identità di un autore separato. Così Mel Gibson si ricostruisce e ricostruisce un trauma pescando in una biografia e nella 'memoria vivente' degli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Come per il guerriero scozzese di Braveheart, la perseveranza di Desmond Doss deriva da un trauma infantile, una perdita sul 'campo di battaglia' (domestico) che ha segnato per sempre la sua vita, condizionato imprescindibilmente il suo pensiero, sancito i suoi valori. Una 'pietra scagliata' nell'infanzia contro il proprio fratello, un deragliamento del furor guerriero che riposiziona da adulto in termini di obiezione, un'obiezione che chiede l'esenzione dal fuoco e la partecipazione senza difesa. La traiettoria esistenziale di Desmond assume la figurazione fisica del sacrificio e la radicalità dei personaggi di Gibson, che conoscono senza eccezione le tappe di un'irresistibile ascensione e questa volta di una rimediabile caduta sul campo.
Hacksaw Ridge rimarca il concetto di fede che anima ogni film di Mel Gibson, che muove ogni suo condottiero, guidato dalla provvidenza e da dio. Eroi che ridefiniscono il concetto di grandezza, recano i segni della grazia e possiedono il dono del guaritore. 'Taumaturgo' e guardiano ramingo sul campo di battaglia, Desmond cura gli effetti della caduta, rinfranca lo spirito e galvanizza l'esercito. Tra battaglie epiche, martìri esibiti e immaginario religioso, Mel Gibson produce una sintesi 'armata' del suo cinema, combinando spettacolarmente realtà storica e destino eroico. Con Braveheart, Hacksaw Ridge si impone e impone il suo potere di fascinazione che esplode in faccia come le bombe e la carne nella battaglia.
Dieci anni dopo l'ultima regia e cinque anni dopo un'amputazione scenica (Mr. Beaver), che conferma il fondamentalismo dell'attore e la sua rigida applicazione della Bibbia, dopo calvari personali e giorni di giudizio, Mel Gibson affonda mani, cuore e coscienza nella memoria storica e nell'immaginario mitologico. Su un concentrato di orrore ed eroismo innalza un heroic warrior, fornito di bende e morfina e più idoneo al ragionamento che al confronto fisico. Desmond Doss cuce i brandelli dei commilitoni strappati senza sosta alla furia nipponica, ricomponendo con la carne l'identità di un autore separato. Così Mel Gibson si ricostruisce e ricostruisce un trauma pescando in una biografia e nella 'memoria vivente' degli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Come per il guerriero scozzese di Braveheart, la perseveranza di Desmond Doss deriva da un trauma infantile, una perdita sul 'campo di battaglia' (domestico) che ha segnato per sempre la sua vita, condizionato imprescindibilmente il suo pensiero, sancito i suoi valori. Una 'pietra scagliata' nell'infanzia contro il proprio fratello, un deragliamento del furor guerriero che riposiziona da adulto in termini di obiezione, un'obiezione che chiede l'esenzione dal fuoco e la partecipazione senza difesa. La traiettoria esistenziale di Desmond assume la figurazione fisica del sacrificio e la radicalità dei personaggi di Gibson, che conoscono senza eccezione le tappe di un'irresistibile ascensione e questa volta di una rimediabile caduta sul campo.
Hacksaw Ridge rimarca il concetto di fede che anima ogni film di Mel Gibson, che muove ogni suo condottiero, guidato dalla provvidenza e da dio. Eroi che ridefiniscono il concetto di grandezza, recano i segni della grazia e possiedono il dono del guaritore. 'Taumaturgo' e guardiano ramingo sul campo di battaglia, Desmond cura gli effetti della caduta, rinfranca lo spirito e galvanizza l'esercito. Tra battaglie epiche, martìri esibiti e immaginario religioso, Mel Gibson produce una sintesi 'armata' del suo cinema, combinando spettacolarmente realtà storica e destino eroico. Con Braveheart, Hacksaw Ridge si impone e impone il suo potere di fascinazione che esplode in faccia come le bombe e la carne nella battaglia.
Marzia Gandolfi
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