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sabato 16 luglio 2011

Natura


Nella classe Asteroidea (Phylum echinodermi) ritroviamo quel vastissimo gruppo di animali, molto familiari a tutti, comunumente conosciuti come stelle marine o stelle di mare.
Si tratta di circa 1500 specie che vivono soprattutto nei fondali sabbiosi, fangosi e rocciosi, soprattutto lungo le coste.

Ad eccezioni di pochi esemplari che vivono nelle acque salmastre, le stelle di mare sono animali che vivono nelle acque marine di tutto il mondo.

Non si può parlare di vita sociale nelle stelle di mare. Una forma di interazione intraspecie può essere considerata l'emissione dei feromoni da parte degli adulti per attirare le larve e farle stabilire nelle loro immediate vicinanze anche se non si può in alcun caso parlare di cure parentali.

Essendo un gruppo così vasto anche la morfologia è estremamente vasta. Ritroviamo infatti stelle di mare che vanno da poco meno di 2 cm ad 1 m di lunghezza anche se la maggior parte degli esemplari sono di 12-24 cm.
I colori sono molto variabili infatti ritroviamo stelle di mare di colore rosso, arancione, verde, blu, viola e combinazioni di diversi colori.



La caratteristica delle stelle di mare è che hanno un corpo centrale dal quale si sviluppano in genere 5 braccia anche se possono arrivare ad averne fino a 40, di lunghezza variabili da molto brevi a molto lunghe (in alcuni esemplari sono talmente ridotte da sembrare dei cuscinetti).

Nella parte inferiore del disco centrale (quella a contatto con il terreno) si trova la bocca dalla quale partono una serie di canali che arrivano alle parti estreme delle braccia. Nella parte superiore del disco si trovano invece l'ano ed il madreporite (che è un'apertura dell'apparato acquifero posta in posizione opposta alla bocca nella parte alta del disco chiamata anche piastra madreporica che corrisponde anche a una delle piastre genitali) attraverso il quale il liquido del sistema acquifero comunica con l'esterno e si irradia fino alle 5 o più punte estreme delle braccia.
Lungo le braccia delle stelle di mare sono situati i pedicelli ambulacrali che sono gli organi adesivi, tattili e di locomozione che sporgono all'esterno con una ventosa terminale e delle vescicole che consentono la locomozione.

Lo scheletro interno è formato da ossicini calcarei.



Lungo le braccia si trovano le ramificazioni dell’apparato digerente; del semplice sistema nervoso, che non è centralizzato; del sistema che distribuisce le sostanze nutritive ed il sistema riproduttivo.

Nelle stelle di mare i sensi del tatto, dell’olfatto e del gusto sono ben sviluppati. Inoltre la maggior parte delle specie è fornita di macchie fotosensibili alle estremità delle braccia, grazie alle quali risponde agli stimoli luminosi.

La superficie esterna può essere liscia, ricoperta di spine, tubercoli o creste.

Le stelle di mare sono considerate dei veri e propri predatori ad alto livello. Si nutrono di prede che si muovono lentamente nell'acqua quali gasteropodi, bivalvi, crostacei, anellidi ed altri invertebrati. In pratica afferrano la preda a poi rovesciano lo stomaco al di fuori del corpo per farlo aderire sugli animali predati, secernano gli enzimi necessari alla digestione e poi aspirano la sostanza decomposta.

Riescono ad aprire senza grossi problemi le valve dei bivalvi ai quali aderiscono con le ventose poste nelle braccia (sui pedicelli), nutrendosi poi dell'animale che si trova all'interno.

Molte stelle di mare si nutrono del plancton che aderisce al corpo che fanno arrivare alla bocca attraverso un sistema di ciglia poste in tutto il corpo.

Le stelle marine sono animali che presentano sessi separati (anche se esistono pochi casi di ermafroditismo): sia gli spermatozoi che le uova vengono deposti in acqua dove si fecondano.

In alcune specie le uova fecondate sono protette dalla madre sul fondo del mare.

Dalle uova nasce una larva chiamata bipinnaria che ha la particolarità d'avere una simmetria bilaterale (a differenza di quella della forma adulta che è simmetria pentaraggiata). La bipinnaria nuota liberamente e si nutre di plancton.

Dopo un certo lasso di tempo si ha la larva bipinnaria che si trasforma in una seconda forma larvale chiamata brachiolaria con cinque piccole braccia (comincia a rassomigliare alla forma adulta). Anche questa forma larvale di stella di mare nuota liberamente nell’acqua fino a quando si ferma sul fondo marino, perde le braccia e subisce la metamorfosi finale diventando una stella di mare adulta con le 5 (o più) braccia definitive.

Sembra che le larve siano attirate da feromoni emessi dagli adulti che le permettono di non disperdersi ma di rimanere vicine al genitore anche non fornisce cure parentali.

Le larve sono considerate plancton e quindi come tali hanno numerosissimi predatori mentre le stelle di mare adulte non hanno in pratica nemici naturali in quanto considerate poco appetibili e poco nutrienti ad eccezione del Hyperoodon ampullatus un cetaceo che le include nella sua dieta.

Le diverse specie di stelle di mare non sono minacciate di estinzione.

Le stelle di mare sono dei veri e propri predatori ed in alcuni casi sono considerate dannose in quanto ad esempio danneggiano i letti delle ostriche oppure possono essere talmente numerose da danneggiare le barriere coralline (ad esempio la specie Acanthaster planci, foto al lato) o le colonie di molluschi bivalvi in genere.

I membri appartenenti alla classe Asteroidea sono strettamente imparentati con gli Ophiuroidea, avendo ritrovato antenati comuni con cinque braccia legate ad un disco centrale (sinapomorfia).

Le stelle di mare hanno la capacità di rigenerare parti del corpo mancanti, come le braccia, ed in alcune specie rappresenta anche un sistema di riproduzione asessuata: un individuo intero si rigenera a partire da un singolo pezzo del genitore.

mercoledì 27 gennaio 2010

Natura


Questo è uno dei miei posti preferiti.Qui vado a camminare,a leggere,a meditare,ad ammirare semplicemente uno spettacolo della natura stupendo.E' il famoso "Sentiero Rilke"che arriva fino al castello di Duino attraverso un percorso a picco sul mare.Ciò che si può ammirare è veramente suggestivo ed invita oltre che ad ammirare la bellezza della natura anche a riflessioni personali.Specie poi in certi momenti della vita è necessario riordinare le idee e quello è il posto ideale dove farlo in perfetta solitudine e in armonia con la natura.

domenica 17 gennaio 2010

Natura


Bressanone /bressaˈnone/ (in tedesco: Brixen [ˈbrɪksn̩]; in ladino: Persenon [pəʀsəˈnɔŋ]) è una città di 20.296 abitanti[1] dell'Italia nordorientale, la terza per popolazione della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige, nella Regione Autonoma Trentino-Alto Adige. È il capoluogo storico, artistico, culturale, economico, sociale ed amministrativo del comprensorio Valle Isarco.

È la città più antica della Contea del Tirolo, infatti fu fondata nel 901, ben prima che fosse costituita la Contea. Durante il corso dei secoli è stata sotto dominazione ecclesiastica (Principe vescovo di Bressanone). Attualmente è rimasta sede, insieme a capoluogo dell'Alto Adige, della Diocesi di Bolzano-Bressanone, costituita nel 1964 staccando dalla diocesi di Trento la città di Bolzano ed il territorio a sud di quest'ultima ed aggregandolo alla diocesi di Bressanone, mentre i territori della diocesi di Bressanone ora siti in Austria (Valle dell'Inn) sono stati staccati dalla diocesi di Bressanone ed aggregati a quella di Innsbruck.

I santi patroni della città sono i vescovi Albuino e Ingenuino (patroni, contro la siccità), che si festeggiano il 5 febbraio; le loro reliquie sono custodite del Duomo di Bressanone.

Situata in fondovalle a circa 560 m s.l.m., si trova alla confluenza della Rienza nell'Isarco. A est si trova le cime del Gruppo della Plose con il Monte Telegrafo (2.504 m s.l.m.), a ovest la Cima Cane (2.354 m s.l.m.) e il Monte Pascolo (2.439 m s.l.m.).

È situata circa 40 km a nord del capoluogo di Provincia di (Bolzano), circa 45 km a sud del valico del Brennero (confine italo-austriaco) e 35 km a ovest dal Comune di Brunico (in Val Pusteria).

Viene attraversata dall'Autostrada del Brennero, con un casello 5 km più a nord (Bressanone-Val Pusteria/Brixen-Pustertal) e uno 8 km più a sud (Chiusa/Klausen). Dal 3 gennaio 2007 è stato aperto anche un ulteriore casello a Bressanone sud, concepito solo in direzione nord in entrata e in direzione sud in uscita ma molto più vicina al paese e soprattutto alla sua zona industriale.
Nella stazione ferroviaria fermano tutti i treni.


In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a -2,0 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +19,2 °C.

Lo stemma rappresenta l'Agnello Divino su sfondo rosso, a ricordo della storia di Bressanone come principato vescovile.

La bandiera è composta da un tricolore orizzontale giallo (rappresentante la Chiesa), bianco e rosso (rappresentanti l'Alto Adige).

È noto che la città sia molto antica, e questo è anche confermato dal fatto essa sorga su un antico insediamento che si può far risalire all'età mesolitica. Questo vecchio insediamento si trova precisamente nella zona di Stufles. Altre testimonianze dell'antichità della città sono dei resti trovati appartenenti all'età del bronzo a Rivapiana. In un periodo che si può attestare attorno al il 15 a.C. la città fu conquistata da Druso, figliastro dell'imperatore Augusto.

Storicamente si hanno tracce di Bressanone in un antico scritto del 590 d.C., quando il paese fu aggregato al Ducato di Baviera.

Da un documento del 13 settembre 901, si sa che l'allora vescovo Zaccaria della diocesi di Sabiona, ricevette come regalo una grande tenuta agricola (nota come maso Prihsna), dall'allora re Ludovico IV il Fanciullo, l'ultimo dei Carolingi. Tra il 960 e il 990 il paese ebbe un intenso sviluppo edilizio ad uso ecclesiastico, assieme ad una prima versione dell'attuale Duomo di Bressanone, tanto che nel 965 i vescovi di Sabiona decisero di trasferirsi nella vicina cittadina di Bressanone. Da questa data Breesanone diventa il centro spirituale di una diocesi di vaste dimensioni. Fra i vescovi di allora spicca la figura di Albuino, discendente della casata degli Ariboni, che aveva importanti relazioni con diverse corti principesche ed in particolar modo con quella imperiale. Il suo successore, il vescovo Erivardo (1017-1022) diede inizio alla costruzione delle mura della citta', che furono portate a termine dal vescovo successivo, Hartwig (in italiano Artovigo, 1022-1039), con l'aggiunta di ampi fossati a nord e ad ovest e di torri da difesa a sud della citta'.

Il 7 giugno 1027 l'intera Val d'Isarco, assieme alla Valle dell'Inn, fu sottratta al duca ribelle Guelfo di Baviera, e data in dono al vescovo Hartwig, dall'imperatore Corrado II, congiuntamente all'attribuzione del potere temporale come Principe-Vescovo, analogamente a quanto in quegli anni accadeva per i vescovi delle vicine diocesi di Trento e di Coira (oggi capaluogo del cantone dei Grigioni nella Confedarazione elvetica). Nel 1038 la Chiesa parrocchiale di Bressanone, fu dedicata a San Michele Arcangelo. L'allora vescovo della diocesi di Bressanone, don Poppo, fu fatto Papa, con il nome di Papa Damaso II, nel 1048.

Tra il 25 ed il 26 giugno 1080 nel duomo e nel battistero di San Giovanni si tenne il famoso sinodo episcopale, in cui l'imperatore Enrico IV assieme al vescovo Hartwig riuscirono a far deporre il Papa Gregorio VII, facendo insiediare come antipapa Guiberto da Ravenna, ovvero il papa Clemente III. Nell'anno 1091 ai principi vescovi di Bressanone venne concessa la contea della Pusteria, e nel 1179, l'imperatore Federico I, i diritti regali di sovranita'.

Venne successivamente completata la cinta muraria della città nel 1115, nel 1230 il nuovo convento per le clarisse (dove tuttora ha sede) e nel 1265 fu terminata la nuova versione del palazzo vescovile.

Una menzione meritano sicuramente il beato Artmanno vescovo, fondatore dell'Abbazia di Novacella, il quale fu anche amico e consigliere di Federico Barbarossa, e il vescovo Brunone, conte di Kirchberg (1250-1288), fondatore della citta' di Brunico, e spesso in lotta con le potenti famiglie. Un esempio di famiglia nobile erano i Voitsberger, ai quale rade al suolo il loro castello.

Durante tutto il periodo medioevale la fiorente città vescovile rimase uno dei più importanti centri artistico-culturali della zona alpina. Alterne vicende sull'effettivo potere temporale sulla cittadina si svolsero tra il Principe-Vescovo di Bressanone e i conti del Tirolo, sino a che la cessione nel 1363 (per eredità) della Contea del Tirolo alla casata degli Asburgo, imperatori d'Austria, non portò il potere temporale sul vescovado di Bressanone agli Asburgo stessi quali Conti del Tirolo.

Nel 1450 Nicola Cusano fu eletto vescovo e quindi cardinale di Bressanone (1452-1464), con incarico papale per la riforma delle terre tedesche. Egli entro' in contrasto con i conti del Tirolo, con il duca di Sigismondo e con la bellicosa Verena di Castelbadia, badessa del convento delle benedettine in Pusteria. Successivamente Cusano si autoproclamò duca, anche se dopo la sua morte il potere rimase agli Asburgo d'Austria, quali Conti del Tirolo.

Nel 1607 nella città venne fondato il seminario di Bressanone, ancora oggi attivo (anche se sempre meno frequentato). Il 23 marzo 1797 12000 uomini delle truppe napoleoniche, agli ordini del generale Joubert, arrivarono ed occuparono Bressanone. L'enorme massa di guerrieri porto' al diffondersi di un epidemia, causando la morte di migliaia di persone, che furono inumate in fosse comuni tra Millan e Bressanone. Fortunatamente già il 3 aprile, le truppe si ritirarono. Dal 1803 la città, che allora contava circa 3000 abitanti, subi' la fine del Principato. Questa si rese sempre di piu' conto di quanto fosse legata ai principi. Solo sei anni dopo, nella notte del 6 dicembre 1809 le truppe napoleoniche devastarono tutte le residenze nobiliari ed i castelli, oltre a circa 200 masi attorno alla citta'. Nel 1814, con la sconfitta delle truppe francesi, il Tirolo e quindi Bressanone, ritorna a far parte dell'Impero austro-ungarico.

Nell'anno 1865 lungo l'asse del Brennero iniziano i lavori per la realizzazione della ferrovia del Brennero, e quindi il 24 agosto 1867 giunge quindi il primo convoglio a Bressanone. Purtroppo la decisione di far partire la diramazione della ferrovia della Val Pusteria da Fortezza (invece che da Bressanone come era stato inizialmente stabilito), significo' una perdita in termini economici per la citta' di Bressanone. Quasi contemporaneamente vi fu anche una rinascita in campo religioso e culturale. Furono fondate nuove scuole come il Seminario vescovile e piu' tardi anche il Seminario minore (il Vizentinum).

Tra il 1885 e il 1890 si sistemarono i bacini fluviali, e la citta' fu cosi' dotata di energia elettrica. All'inizio del XX secolo Bressanone subi' un ulteriore svolta, grazie all'allora sindaco Otto von Guggenberg, che getto' le basi per fare della citta' un rinomato centro di cura (il centro esiste tuttora).

Purtroppo anche per l'Alto Adige e quindi per Bressanone viene il triste tempo della prima guerra mondiale, e solamente nel novembre 1918 le truppe italiane riescono ad occupare Bressanone, e quindi Bressanone e l'intero Alto Adige entrano a far parte del Regno d'Italia, mentre il restante territorio del Tirolo, passo' all'Austria.

Nel 1928 al territorio comunale vengono aggregati i territori dei soppressi comuni di: Millan, Sarnes, Albes e Monteponente, e la frazione di Elvas, staccata dal comune di Naz. Nel 1941 vengono invece aggregati i territori del soppresso comune di Sant'Andrea in Monte. Nel 1964 vi e' una nuova sistemazione dei confini della diocesi che corrispondono da allora a quelli della provincia di Bolzano, e la sede della diocesi si sposto' da Bressanone a Bolzano.

Nel 2001 la città di Bressanone ha festeggiato i suoi 1100 anni si storia, con un giubileo cittadino.
 
Cattedrale di Bressanone: imponente chiesa in stile barocco, che si erige nella centralissima piazza Duomo. La chiesa risalente al 1200 subì successivi restauri, a causa di un susseguirsi di sfortunati incedi che si susseguirono negli anni. Essa e' dedicata a Santa Maria Assunta, di cui contiene una artistica scultura di Hans Leinberger del 1520 circa.
Battistero del duomo di San Giovanni Battista: posto accanto al duomo e accessibile dal chiostro.
Antico chiostro: si trova adiacente al Duomo questa antica struttura architettonica romanica, risalente al XIV secolo, anche detta la Bibbia dei Poveri, in quanto ricca di dipinti raffiguranti le principali scene narrate nelle Sacre Scritture. Presenta una particolare volta a crociera, che rappresenta l'evoluzione dell'arte medioevale. Alle sue pareti laterali si possono osservare antichi sarcofagi delle persone importanti dell'antichità e dei prelati oltre ad affreschi riguardanti l'età classica. Una porta del chiostro conduce inoltre ad un'antica cappella, da ammirare per i suoi antichi affreschi. Un angolo non affrescato era adibito a passaggio pubblico con bancarelle. Degne di nota sono la rappresentazione dell'elefante (terza arcata) e l'adorazione dei Tre Re Magi (tredicesima arcata).
Chiesa della Madonna: solitamente chiusa e quindi non accessibile se non attraverso una visita guidata del chiostro.
Parrocchia San Michele: chiesa romanica dell'XI secolo, che si trova in posizione parallela al Duomo. La chiesa è la parrocchia di Bressanone e del Decanato. È dedicata a San Michele arcangelo. La struttura ha un coro gotico, un campanile (la Torre Bianca) eretto nel XV secolo, mentre la navata e' gotica del tardo 1500. La chiesa è stata barocchizzata dopo il 1750 con affreschi di Josef Hautzinger di Vienna, uno dei discepoli di Paul Troger.
Torre Bianca: è la torre della parrocchia. Risalente al XV secolo. È stata ristrutturata nel 2007, riacquisendo di diritto il suo nome, infatti, è stata riportata la cima della torre al suo colore originale, il bianco.
Chiesa dei Santi Gottardo ed Erardo: edificata nel XIII secolo dalla famiglia Voitsberg nei pressi dell'antica prepositura. Subi' un successivo restauro nel XIV secolo, in seguito ricostruita con forme barocche dal vescovo ausiliare Wilhelm von Vintler e consacrata nel 1695. Fin dal 1971 la chiesa e' stata affidata alla chiesa evangelica.
Educandato Femminile delle Dame Inglesi: primo insediamento della congregazione delle Dame Inglesi a Bressanone nel 1739. Il convento fu costruito successivamente (tra il 1742 e il 1745) ad opera di Anna von Sarenthein. La chiesa consacrata nel 1748 a San Giuseppe e' stata ricostruita dopo un incendio nel 1839 in stile neoclassico. Nel XIX secolo e anche nel XX secolo la scuola fu piu' volte allargata.
Chiesa Josef Freinademetz a Millan, in arte moderna
Santuario di "Maria am Sand", la Madonna delle Grazie: ovvero la vecchia chiesa parrocchiale di Millan
Abbazia benedettina di Novacella
Chiesa e convento dei frati Cappuccini: La chiesa e' dedicata a Santa Caterina e fu edificata nel 1340 da Federico di Villandro. Successivamente la chiesa fu data ai Cappuccini dal vescovo Karl Andreas von Spaur nel 1603. Nel 1630 si edifico' una nuova chiesa e un convento, con le pale di F. Unterberger e S. Kessler. E' attualmente sede Provinciale dell'Ordine dei Cappuccini.
Chiesa e convento dei frati Francescani
Convento delle Terziarie: Questa fu la prima sede della congregazione, che fu fondata nel 1700 dalla brissinese Maria Huber, per aiutare nell'educazione le povere ragazze. Fu inoltre sede della prima scuola femminile del Tirolo. Oggi e' la casa madre della congregazione.
Seminario Maggiore e la sua biblioteca
Chiesa di San Cirillo, ed il Sentiero dei Santi d'Europa.
 
Palazzo Vescovile: antica residenza del Vescovo, quando ancora il vescovo era presso Bressanone. Il palazzo è disposto su tre piani, e le sue facciate esterne sono di un pallido giallo, decorato in porpora. Le facciate poste a nord e sud presentano due logge rinascimentali, mentre le altre due facciate sono in stile barocco. Attualmente al suo interno si trova un importante museo, posto in ben 70 sale. Nei periodi invernali il palazzo ospita anche una mostra di presepi.
Giardino dei Signori: affascinante giardino floreale sito accanto al Palazzo Vescovile, che durante le stagioni calde assume dei bellissimi colori.
Questo cortile è stato ricostruito soltanto nel 1991, sulla base del progetto originale del 1831. Il giardino rinchiuso da alte mura è suddiviso in 4 aiuole, dove vengono piantati fiori colorati ed ortaggi. Al centro delle aiuole si trova una bronzea fontana, che è stata recentemente oggetto di restauro.
Colonna millenaria: è una colonna marmorea costruita a lato della piazza Duomo in occasione dei festeggiamenti dei primi mille anni della città vescovile. La colonna raffigura in cima, l'agnello che è anche lo stemma cittadino, ed alla base della colonna il vescovo Zaccaria. Sulla base quadrata della colonna sono altresì raffigurati taluni importanti avvenimenti della storia della città, come ad esempio il dono del maso "Prihsna" da parte del re Ludovico il Fanciullo al vescovo Zaccaria. Il monumento fu eretto in occasione dei festeggiamenti per il millenario della citta' (1901) e del centenario delle lotte di liberazione del Tirolo contro le truppe francesi nel 1809.
cimitero austro-ungarico di Bressanone: sacrario militare a nord di Bressanone, che accoglie 1.226 caduti austro-ungarici della Prima guerra mondiale e, in un'altra area, i resti di 106 caduti tedeschi ed austriaci della Seconda guerra mondiale.
Antico rione di Stufles
Castello della Famiglia Cusano: Duchi di Bressanone e di Bolzano, discendenti di Nicola Cusano, dista 7 km da Bressanone, qui risiedono i Duchi nel periodo natalizio e il castello solo in questo periodo è aperto al pubblico. Fu costruito per volontà di Nicola Cusano ma costui non lo vide mai completo in quanto morì poco prima.
Le tre porte
Porta Sabiona
Porta San Michele: con i suoi affresci. Questa e' la porta urbana orientale, ovvero l'accesso principale alla Pusteria e all'Alta Valle d'Isarco, sino al XVII secolo.
Porta Sole anche chiamata Porta Croce: e' la porta urbana occidentale, che permetteva l'accesso alla strada per Bolzano. Precedentemente era nota come Porta San Erardo o di San Gottardo. La porta in realta' consiste di due porte, dove quella a sud e' stata costruita solo nel 1912.
 

Il palazzo, sede del municipio di Bressanone, sorge al centro del paese. Il suo lato settentrionale sbocca sulla strada dei Portici Maggiori, mentre quella meridionale dà sulla centrale piazza Duomo. Al visitatore questa facciata presenta alcuni elementi rinascimentali, mentre il tetto merlato, la torre richiamano al tardo Medioevo.

Al suo interno invece le pitture sono più recenti, quelle del secondo piano infatti sono del 1900, nonostante richiamino all'epoca medioevale.

Se guardiamo nel passato, neanche cent'anni fa al posto dell'attuale palazzo, si trovava una semplice casetta borghese di proprietà del commerciante di farina Joseph Oberhaidacher. L'edificio all'epoca aveva due piani e i locali e le facciate erano di semplice fattura. Nel 1985[senza fonte] la famiglia Oberhaidacher vende la casa all'allora imperial-regio consigliere di Stato Ferdinand Kaltenegger, di origine viennese, che ne fece la sua dimora, modificandola nello stile e nell'architettura. L'edificio fu quindi rialzato di un piano, in modo tale che si poteva distinguere dalle altre case di piazza Duomo. Fua ggiunta quindi la torre, e il parapetto merlato. Anche all'interno si effettuarono delle modifiche, ad esempio fu decorata la scalinata nell'atrio meridionale con affreschi cavallereschi, mentre l'altra scalinata, quella settentrionale, con il suo andamento ripido e angolato, ricordava l'effetto antichità del palazzo.

Le pareti interne e i soffitti furono ricoperti da un rivestimento in legno, anche le porte furono rinnovate, e per finire Kaltenegger decise di attribuire al palazzo il (fantasioso) nome di Castel Tauernstein, dove il proprietario sottolineava i suoi rapporti con la Carinzia e quindi i Tauri. Il proprietario inoltre, in occasione dei festeggiamenti per il millennio del paese, decise di farsi ritrarre come un cavaliere crociato, dopo aver così sfilato durante i festeggiamenti. Kaltenegger morì il 13 maggio 1911, e nel novembre, la figlia Johanna Pejicic, sposandosi con un proprietario terriero della Bosnia, decise di vendere il palazzo. Il borgomastro Otto von Guggenberg e ai suoi assessori, in quanto necessitavano di nuovi spazi per l'amministrazione comunale, decisero di acquistare il palazzo nel 1912.

Oggi il palazzo ospita ancora la sala consigliare e gli uffici del sindaco e degli assessori, mentre gli altri vari uffici sono sparsi nelle vie del centro storico.

Bressanone è sempre stata, ma soprattutto nel secolo scorso, una città con interessi militari; non a caso nella città erano presenti diverse caserme: come la Schenoni e la Brigata di palazzo Reverberi.

Esistevano inoltre altre caserme nei comuni vicini: la Verdone a Varna e la Ruazzi a Elvas.

A parte la sede della Tridentina nel palazzo Reverberi, tutte le altre caserme hanno chiuso, e sono passate in mano alla provincia di Bolzano, in cambio della costruzione di nuovi alloggi per i dipendenti dell'Esercito.
Nel corso del 2007 la città ha superato per la prima volta la soglia dei 20.000 abitanti.

A Bressanone vivono sicuramente diverse etnie, oltre quella germanonofona locale ed a quella italiana di immigrazione dal vicino Trentino e dal resto d'Italia dopo l'annessione al Regno d'Italia (1918); principalmente si può assumere che i maggiori gruppi di immigrati provengano dall'Albania, dal Kosovo, ma anche dalla Germania.

A Bressanone, terzo centro abitato della provincia per numero d'abitanti, si ha una maggioranza di popolazione germanofona, anche se la popolazione di madrelingua italiana supera di poco il quarto della popolazione.% Ripartizione linguistica (gruppi principali)
Fonte: Astat informazioni N.17 - agosto 2002
73,13% madrelingua tedesca
25,65% madrelingua italiana
1,23% madrelingua ladina

A Bressanone la religione principale è sicuramente quella cristiano-cattolica; esistono tuttavia anche religioni minori quali: l'islam, i cristiani evangelici, i testimoni di Geova e altre minori.

Già fin dall'antichità Bressanone è sempre stata legata alla figura dei Papi. Uno di questi infatti era il Vescovo Poppone di Bressanone (1039-1048), che fu eletto Papa nel 1048, con il nome di Damaso II, che sostituì Papa Clemente II. Damaso II servì fedelmente l'allora imperatore Enrico III del Sacro Romano Impero, accompagnandolo spesso nei suoi viaggi.

Nel 1782, e per altre tre volte, fu invece Papa Pio VI che, recatosi in visita a Vienna su richiesta dell’imperatore Giuseppe II del Sacro Romano Impero, sulla via del ritorno si fermò a Bressanone.

Per l'estate 2008, l'attuale Papa Benedetto XVI, ha deciso di soggiornare presso il seminario maggiore di Bressanone dal 28 luglio al 12 agosto. Questa scelta non è stata presa a caso, infatti il Papa ha in parte origini tirolesi. Sua nonna (la madre di sua madre) Maria Tauber-Peintner nacque il 29 giugno 1855 presso il maso Töll a Rasa, paesino nei pressi di Bressanone, e si sposò il 9 febbraio 1858 nella Chiesa di Sant'Elena a Rio di Pusteria, dopodiché si trasferirono a Mühlbach, nel Comune di Kiefersfelden (non nel comune di Rio di Pusteria/Muhlbach).

Ma già da Vescovo, l'attuale Papa Benedetto, era già stato a Bressanone. La prima fu nel 1967, all’epoca professore a Tubinga, quando fece il relatore ad un convegno. Ancora nel 1968 e nel 1976 Ratzinger soggiornò in città, ma solamente come un privato cittadino.

Anche nel 1977 l'allora Cardinale e Arcivescovo di Monaco-Frisinga, soggiornò per la prima volta nel Seminario Maggiore di Bressanone e nel 1990 ritornò a Bressanone, come relatore ad un simposio sulla musica. molte altre volte l'allora Cardinale ha soggiornato nella cittadina vescovile, e forse anche per questi motivi vuole tornarci anche da Papa.
Eventi
Sfilata dei Krampus, il 5 di dicembre;
Mercatino di Natale nel periodo dell'Avvento;
Filasprint, manifestazione sportiva invernale;
Processione di San Cassiano;
Caidom, gara di downhill dalla cima della Plose alla piazza Duomo;
Altstadtfest, una festa di un weekend di agosto, che si tiene ogni due anni (alternandosi con la città di Brunico);
Mostra permanente sulla tortura: la mostra è allestita con oltre settanta articoli esposti, dando la possibilità al visitatore di dare uno sguardo alle Ordinanze criminali dell'imperatore Massimiliano I, ovvero l'ordinamento penale della Contea principesca del Tirolo, negli anni tra il 1499 ed il 1771. Gli oggetti danno una visione di come la regione tirolese sia stata in passato scandita dalla forza e dalla violenza. Grazie alla legge penale di Giuseppe II d'Austria, del 2 aprile 1787, abolì la tortura in Tirolo. La mostra è allestita presso il caffè "Rosa d'Oro" che dà sulla piazza Duomo.


La città di Bressanone vive sicuramente grazie al turismo, soprattutto grazie alle vicine piste di sci della Plose, ma possiede anche alcune importanti industrie sia a livello locale, che come filiali di ditte estere (soprattutto germaniche).

Bressanone per la sua posizione geografica strategica, è sempre stata in mezzo alle vie di comunicazione del Brennero (val d'Isarco) e di Dobbiaco (val Pusteria).

Attualmente a Bressanone passa la linea ferroviaria del Brennero e (presso il vicino paese di Fortezza), la linea ferroviaria della Pusteria.

A Bressanone inoltre si congiungono la Strada Statale 12 dell'Abetone e del Brennero e la Strada Statale 49 della Pusteria.

giovedì 29 ottobre 2009

Natura


Bad Ischl
Bad Ischl è il centro culturale e geografico della regione di Salzkammergut – 55km a est di Salisburgo. Dal 1848 al 1914 Bad Ischl fu la residenza estiva dell'imperatore Franz Joseph I.

14.000 abitanti, bagno di cura e luogo di cura climatica, il più antico bagno d'acqua salina dell'Austria; sorgenti curative dalla 1823, la casa dei mezzi di cura „Kaisertherme (terme imperiali)“.

Bad Ischl - una città dal carattere ottimista, attiva, particolarmente per ospiti amanti la salute e gli eventi – inserita tra 2 fiumi: Traun e Ischl. Un magnifico paesaggio caratterizzato da montagne e laghi intorno a Bad Ischl, molti sentieri e escursionistici e itinerari di montagna. La famosa pasticceria “k&k Konditorei Zauner”.

Bad Ischl vive principalmente del turismo: Ca. 2300 letti e alberghi di categoria superiore, pensioni, camere private categorizzate e centri di riabilitazione. Di cui ca. 500 camere in esercizi imprenditoriali. Ca. 350.000 pernottamenti vengono registrati ogni anno a Bad Ischl.

Bad Ischl dispone di numerosi mezzi curativi naturali legati al luogo (sorgenti curative): Il sole di Ischl (3% di concentrazione salina), una fredda sorgente sulfurea al solfato di clorito di sodio, una sorgente al sale di Glauber, una sorgente di concentrazione salina da bere e fanghi della miniera di salgemma.

E questo accompagnato da una elevata competenza sanitaria e specialistica:
per gli organi di respirazione, l'apparato motorio (reumatismi), organi interni, sistema cardiovascolare e per la cura di malattie di donne e bambini.

Inoltre, le Kaisertherme offrono un nuovo centro del benessere – la sauna di Yasumi. Un’oasi orientale di wellness con Alhambra, Sabbia-med, Rasul, bagno a vapore turco e Hamam.
Cose interessanti da vedere:
La villa dell'imperatore (ex residenza estiva dell'imperatore Franz Josephs), la villa Lehár (residenza del compositore Franz Lehár), museo della città (casa del fidanzamento di Kaiser Franz Joseph e Elisabeth), museo fotografico nel castello di marmo “Marmorschlössl” (ex casa del tè dell'imperatrice Elisabeth-Sisi), parco imperiale, casa dei congressi & teatro con parco curativo.
Sport:
Estate:
Campo da golf a 18 buche e scuola da golf, 25 campi da tennis in parte coperti, capannone di equitazione, parcours di equitazione, mountain-bike, escursioni, sentieri per passeggiate, pesca.

D'inverno:
Piccola zona sciistica (Katrin) a 1465m sul livello del mare (funivia, seggiovia e Ski Arena a valle), centro per sci di fondo dall'innevamento assicurato a Rettenbachalm, piste per sci di fondo, palazzetto del ghiaccio. Grande zona sciistica (ca. 65 km di discese) distanti ca. 20 chilometri (Dachstein)
Scuola di golf Indoor
Manifestazioni:
Leharfestival (operetta) nel mese di luglio e agosto, orchestra della località termale, k&k Weindorf, concerti nella località termale, festa “Kaiserfest”, Country Music Festival internazionale, Shake the Lake, New Orleans Music Festival, manifestazioni di usi e costumi, autunno degli agricoltori, manifestazioni d'avvento, concerti classici, manifestazioni jazz, concorsi ippici, esposizioni
Casa di congresso e teatro più moderno e grande della Salzkammergut con una capacità di massimo 1200 persone.
Teatro Lehár come esercizio di cinema e manifestazioni (palco delle piccole arti) con una capacità massima di 300 persone.
Ci sono stato questa estate dove un mio amico ha un bellissimo albergo.Un posto stupendo vicino ad una città incantevole come Salisburgo.

lunedì 26 ottobre 2009

Natura


Il Nanga Parbat (conosciuto anche come Nangaparbat Peak o Diamir) è la nona montagna più alta della Terra. Nanga Parbat significa "montagna nuda" in lingua Urdu mentre gli sherpa, gli abitanti della regione himalayana, la chiamano "la mangiauomini" o la "montagna del diavolo". Il toponimo Diamir, utilizzato localmente, significa re delle montagne.[1] È il terzo ottomila (dopo Annapurna e K2) per rapporto tra vittime ed ascensioni con successo, con un valore che si aggira intorno al 22%.[2]Indice [nascondi]
1 Caratteristiche
2 Alpinismo
2.1 Primi tentativi
2.2 La prima ascensione
2.3 Altre imprese notevoli
3 Via normale
4 Note

Caratteristiche [modifica]

La montagna è impostata su una lunga dorsale principale, che compie un lungo arco con la concavità rivolta verso nord.[3]

L'arco origina a nord-est, con lo sperone Chongra, che sale al Chongra Peak ed alle sue vette secondarie (Chongra Peak centrale e Chongra Peak meridionale). Qui la dorsale piega assumendo un andamento prima verso sud-ovest, poi direttamente verso ovest, giungendo alla vetta principale. Da qui, la cresta prosegue, prima in direzione ovest, poi in direzione ovest-nord-ovest, lasciando a sud lo sperone Mazeno, ed andando progressivamente a digradare.[3] Lo sperone Mazeno è considerato la cresta più lunga del mondo; l'ascensione alla vetta per questa cresta è un itinerario non ancora completato.[4]

Dalla vetta dirama una dorsale secondaria, che si dirige verso nord, poi piega decisamente verso ovest raggiungendo il Galano Peak; da qui digrada in direzione ovest, lungo lo sperone Galano. Dal Galano Peak si diparte una cresta secondaria, lo sperone Jalipur, che digrada verso nord.[3]

Le dorsali isolano idealmente tre zone della montagna:[3]
a nord-ovest la parete Diamir, ove si trova anche la vetta secondaria settentrionale (North Peak); scende abbastanza decisamente verso il ghiacciaio Diamir, che poi prosegue verso il fondovalle in direzione ovest-sud-ovest affiancato dagli speroni Mazeno e Galano. La base della parete è rocciosa, mentre nelle zone superiori è costituita da ampi ghiacciai.[5]
a nord-est la parete Rakhiot, che scende piuttosto scoscesa in direzione nord verso il ghiacciaio Rakhiot, circondato dagli speroni Chongra e Jalipur. La parete Rakhiot sale di oltre 7000 dal fondovalle dell'Indo, distante circa 27 km in linea d'aria dalla vetta; ciò ne fa uno dei dieci maggiori dislivelli della Terra.[6]
a sud-sud-est la parete Rupal, estremamente scoscesa, che scende con pendenza elevata e costante per circa 4.500 m fino al sottostante fondovalle. Si tratta della parete montana più alta del mondo.[5]
Alpinismo [modifica]
Primi tentativi [modifica]

Il Nanga Parbat attirò tentativi di scalata relativamente presto.

Nel 1895 Albert Mummery condusse una spedizione che raggiunse i 7000 m dal versante Diamir. Più tardi morì insieme a due Gurkha mentre tentava di esplorare una via per passare al versante Rakhiot.[7][8]

La prima spedizione tedesca fu nel 1932 condotta da Willy Merkl.[9] Una successiva spedizione tedesca nel 1934 si concluse in tragedia, con la morte di tre alpinisti e sei sherpa bloccati ad alta quota da una tormenta. Nel 1937 vi fu un'ulteriore spedizione tedesca, guidata da Karl Wien; anche questa spedizione ebbe un esito tragico quando intorno al 14 giugno una valanga travolse il campo IV uccidendo sette alpinisti e nove sherpa. Seguì un'altra spedizione tedesca nel 1938, che però fu bloccata nel maltempo. Nel 1939 una spedizione tedesca guidata da Heinrich Harrer, il salitore della nord dell'Eiger, cominciò ad effettuare una ricognizione preliminare, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale bloccò le operazioni, e lo stesso Harrer fu internato in un campo di prigionia in India.[7]

Prima della prima ascensione al Nanga Parbat del 1953, 31 persone erano già morte nel tentativo.[7]
La prima ascensione [modifica]

Il Nanga Parbat fu scalato per la prima volta il 3 luglio 1953 dall'alpinista austriaco Hermann Buhl con una spedizione austro-tedesca guidata da Karl Maria Herrligkoffer. Il versante prescelto fu il Rakhiot a nord-est, passando per la Sella d'Argento e il SilberPlateau. Buhl è stato il primo a compiere con successo la scalata di un ottomila in solitaria e senza ossigeno.[9] La via originale di Hermann Buhl è stata ripetuta una sola volta, nel 1971.[4]
Altre imprese notevoli [modifica]

La seconda ascensione della montagna fu portata a termine nel 1962 da una squadra tedesca composta da Toni Kinshofer, Sigfried Löw, and Anderl Mannhardt. I tre salirono per la parete Diamir, evitandone il centro, soggetto a valanghe, e risalendo invece uno sperone secondario sulla sinistra della parete (destra orografica). Questa via è oggi considerata la via normale.[6]

Al seguito di una spedizione guidata da Herrligkoffer, Reinhold Messner e suo fratello Günther nel giugno 1970 furono i primi a conquistare la cima salendo dal difficile versante meridionale, il Rupal, per giunta in stile alpino e senza ossigeno. I fratelli Messner, a causa della stanchezza accumulata da Günther durante la salita, dopo aver conquistato la vetta decisero di scendere per il più agevole versante ovest, il Diamir, allora ancora inesplorato. La traversata che fecero è da considerarsi un'eccezionale impresa alpinistica. Dopo aver bivaccato più giorni all'aperto, quando erano quasi arrivati alle pendici della montagna, Günther Messner fu però travolto da una valanga e morì. Questa versione fu contestata da alcuni e ne seguirono vivaci polemiche che accusarono Reinhold Messner di aver nientemeno abbandonato il fratello alla ricerca dell'eccezionale impresa di traversata alpinistica. Il ritrovamento della salma di Günther nell'agosto 2005 esattamente nel luogo indicato da Reinhold, ovvero quasi giunti alla salvezza, confermò precisamente la sua versione e dissipò ogni calunnia.

Nel 2005, in poco più di una settimana, venne aperta finalmente una via diretta sulla parete Rupal, la più alta parete del mondo, sulla quale la cordata Steve House - Vince Anderson aprì una via lunga 4100 metri. Tale ascensione consegnò ai due alpinisti americani la qunidicesima Piolet d'Or.[10]

Karl Unterkircher, noto scalatore di Selva di Val Gardena, perse la vita cadendo in un crepaccio il 15 luglio 2008 mentre cercava di aprire una nuova via sul versante Rakhiot assieme a Simon Kehrer della val Badia e Walter Nones della val di Fiemme[11].
Via normale [modifica]

L'attuale via normale è la via Kinshofer sulla parete Diamir, a nord-ovest; è considerata la via più facile e sicura.[4]

domenica 6 settembre 2009

Natura


Questo nella foto è il Rifugio Corsi,dove questa estate ho fatto una escursione con un gruppo di amici appassionati di montagna che,come me,amano la natura e il contatto con essa.A differenza di loro,che sono espertissimi di montagna,io sono un dilettante,ma questa era solo una passeggiata per nulla impegnativa in un posto incantevole delle nostre amate e selvagge Alpi Giulie.L'aspetto che mi lega a questo gruppo di amici è che apprezziamo le stesse cose vere ed essenziali della vita,l'amicizia vera,la solidarietà,l'amore per la natura ed il rispetto per essa,l'essere consci dei propri limiti e avvicinarsi con umiltà alle cose e alle persone,una vita semplice fatta più di sentimenti veri che di apparenza.Arrivare fino al Rifugio,ammirare la bellezza della natura,condividere tutto con pochi sguardi,dove non c'è bisogno di molte parole,la sera immergersi nei loro racconti di escursioni avventurose in posti che a noi richiamano solo puntini su delle cartine polverose,ma che in realtà ti fanno capire l'essenza di questi amici spinti non da una sfida con sè stessi,ma dal profondo desiderio di essere in armonia totale con la montagna.Una esperienza impagabile che mi ha fatto capire come la natura in generale,e la montagna in questo caso,sia parte essenziale del mio mondo interiore.